Psicologia del gelato: dimmi che gelato mangi e ti dirò chi sei!
Ti sei mai chiesto cosa ti porta a scegliere un gusto piuttosto che un altro? La coppetta piuttosto che il cono? E poi…hai mai provato a sentire quante emozioni ci sono nel gustare un gelato?
La gelateria è un po’ il paese dei balocchi per grandi e piccini. Si, perchè il gelato offre un’esperienza polisensoriale comune a tutti, a prescindere dall’età, dal sesso, dalla cultura e dal ceto sociale, eppure ci sono differenze. Come ogni scelta e decisione di vita, anche la scelta del gelato e del modo di gustarti il gelato parla di te e di come scegli di viverti questa esperienza: con tutti i sensi, con qualche senso o in modo insensato. La scelta del gusto, la scelta del cono piuttosto della coppetta, decidere di passeggiare o starsene comodamente seduti, da soli o in compagnia… ogni decisione che prendi parla di te, del tuo modo di esser-ci nel mondo, cosa vuoi e cosa dai alla vita, alle relazioni, a te stesso!
Sicuramente il gusto del cibo è fortemente condizionato dagli influssi sociali, storici, psicologici ed è comunque altamente soggettivo. Pur essendo soggettivo è anche qualcosa che può essere coltivato, apprezzato, migliorato, ma soprattutto ascoltato con l’adeguata attenzione che merita. Gustare bene significa, innanzitutto, rispetto per sé stessi e poter imparare a scegliere in modo responsabile e consapevole. Ma per gustare bene occorre educare i nostri sensi ed imparare ad essere in con-tatto con la nostra mente e il nostro corpo per poterci nutrire con amore. Questo perchè mediante l’alimentazione si contribuisce a sviluppare le basi psicologiche dell’identità e della personalità dell’individuo. Il cibo e il modo di alimentarsi sembrerebbero quindi un teatro il cui linguaggio indica tratti importanti della personalità e del suo funzionamento.
Inconsciamente anche i gusti alimentari in genere e, in tal caso, del gelato, hanno una precisa ragione psicologica. Ecco perchè amiamo alcuni cibi e ne detestiamo altri. Prescindendo delle abitudini familiari e regionali, il nostro gusto alimentare esprime emozioni inconsce. Ad esempio il sapore speziato di erbe aromatiche indica spesso una tendenza ad imbarcarsi verso stati psicologici della mente che cerca qualcosa di più naturale, di più primitivo ed eccitante. Tendenzialmente la persona che ama cibi più speziati assume un atteggiamento di curiosità e di avventura, di sperimentazione di quel che ancora non conosce nella vita, assaggiando ad esempio cibi nuovi, inconsueti.
Un’altra riflessione…generalmente scegli coppetta o cono? Alcuni colleghi sostengono che chi sceglie il cono con cialda tenderebbe a prediligere un’esperienza sensoriale completa non negandosi nulla, contando sulla sicurezza di un appagamento finale. Chi mangia il cono generalmente è una persona che si vive la vita in tutti i suoi colori, in modo diretto e genuino. Chi invece sceglie la coppetta, tendenzialmente è una persona più controllata e misurata. È il formato preferito da chi non riesce a lasciarsi andare fino in fondo e concedersi un piacere (che a volte “sporca” le mani o i vestiti), e da chi deve mantenere le buone maniere, anche con se stesso.
Infatti, come sostengono gli autori di “Psicologia del gusto e delle preferenze alimentari”: “Che vi piaccia o no, il modo in cui mangiamo è strettamente correlato a ciò che siamo o vogliamo diventare. Di fatto, è la presentazione privata e pubblica di noi stessi attraverso il cibo, giacché, per quanto attiene al temperamento, i significati del cibo sono ubiqui e spesso paradossali, nel senso che sono rivolti sia all’interno sia all’esterno. Possiamo cioè mangiare in maniere che mirano a soddisfare necessità interne e personali, oppure sono destinate a produrre un’impressione negli altri. Il nostro comportamento alimentare può quindi essere intimo e velato, come l’abbigliamento, può far parte della immagine sociale che noi stessi costruiamo” .
Quando mangi un gelato, non mangi un cibo come tutti gli altri. Innanzitutto ritengo che un gelato non si mangi (se ci pensi, la maggior parte delle persone non addenta o mangia a morsi un gelato) . Un gelato si gusta e per ogni gusto si riassaporano specifiche emozioni. Quando scegli un gusto, stai scegliendo un’emozione da assaporare. La collega Palumbo sostiene che “Gli innamorati prediligono il gelato alla crema, chi è felice mischia senza problemi i gusti, ad esempio cioccolato con limone“.
Cosa accade a livello anatomico? Neurofisiologicamente gustando un gelato, viene trasmesso un segnale dalla cavità orale alla corteccia cerebrale, la parte consapevole del cervello, e viene contemporaneamente comunicato anche al sistema limbico, che rappresenta la parte inconsapevole. Gusto ed emozioni hanno pertanto un collegamento, anche anatomico, molto stretto. I ricercatori dell’Istituto di Psichiatria di Londra, attraverso tecniche di NeuroImaging, hanno dimostrato che il gelato «accende» gli stessi centri del piacere nel cervello stimolati da una vincita di denaro o dall’ascolto della musica preferita. Gustare il gelato riattiva emozioni di gioia e piacere, legate all’immagine/ricordo che ognuno di noi ha del gelato ma anche alla sua consistenza, temperatura, il fatto che si scioglie in bocca. Riporta quasi ad un modo di cibarsi tipico dell’età infantile, per cui gustare un gelato, il proprio gelato preferito, è una vera e propria pausa sensoriale che si irradia positivamente sull’umore.
Se ci pensi, il gelato è uno di quei pochi cibi che possiamo gustare con le mani, in modo semplice e diretto, senza posate o senza sedersi necessariamente a tavola. Questa esperienza polisensoriale permette di “lasciarsi andare” dalle convenzioni e formalità che a volte la vita impone, come se il gelato contribuisse a sciogliere le nostre “difese”, a volte rigide, vivendo e gustando la vita e le relazioni in modo più diretto e genuino.
Non solo la scelta, ma anche il modo di gustare il gelato è uno specchio della personalità, come spiega il professor Alessandro Amadori, psicologo: “Ci sono quattro possibili modi di mangiare il gelato: leccando, succhiando, a morsi, a morsetti. Chi mangia il gelato leccando è una persona che ama la vita sociale, che partecipa molto volentieri ai contesti sociali e ama conoscere gente nuova. È la modalità degli ottimisti. Succhiare è una forma più ‘infantile’ di leccare: chi mangia il gelato così probabilmente è una persona molto orientata ai legami affettivi intensi, quasi simbiotici. Chi invece consuma il gelato a morsetti tende ad essere una persona attenta, che non ama prendere decisioni affrettate e prevalentemente riflessiva. Chi, infine, mangia il gelato a grandi morsi è una persona testarda, che vuole decidere di testa propria, che ama lavorare e che è tendenzialmente molto sincera”.
Seppur il gelato contribuisca al benessere psico-emotivo della persona, con questo non intendo che gustare un gelato risolve le proprie problematiche emotive. Anzi, a volte il cibo, ed in particolare gli alimenti dolci come il gelato, diviene il principale meccanismo per far fronte ad alcune emozioni, sentendo ad esempio di aprire il frigorifero ogni volta che ci sente turbati, arrabbiati, soli, stressati, stanchi, o annoiati. Se ci pensi in tal caso non si sta più gustando un emozione, bensì la si sta soffocando, affogando l’emozione che non si vuol sentire in una coppa di gelato ad esempio. La “fame emotiva” porta a mangiare in maniera “insensata”, per cui ci priva di quella esperienza polisensoriale genuina. I sapori non si percepiscono poiché la “fame emotiva” è volta principalmente alla sensazione di pienezza, proprio perché in alcuni casi il cibo è funzionale a riempire il senso di vuoto emotivo, di noia, di tristezza, di rabbia. Ma sappiamo bene che più affoghiamo le emozioni e più queste risalgono a galla con molta più potenza. Ma questa è un’altra storia …magari da approfondire in un altro momento.
In occasione del “National Ice Cream Month”, negli USA, gli esperti hanno stilato una sorta di vademecum della personalità in base al gusto di gelato scelto. Al fine di decodificare i tratti della personalità è stato condotto uno studio dai dottori Baskin-Robbins, Fondatore dello Smell ‘n’ Taste Treatment and Research Foundation di Chicago, e Alan Hirsh.
I risultati sono interessanti, ad esempio è stato osservato che le persone che prediligono il gelato chiamato “Sorbetto Rainbow” (ossia il gelato multigusto alla frutta) sembrano essere più pessimiste, nonostante sia un gelato pieno di colori e dal sapore leggero. Coloro che invece preferiscono il gelato “Rocky Road” (ossia il gelato al cioccolato con pezzi di nocciola) sono in realtà dei buoni ascoltatori.
Ed ecco l’elenco dei gelati e le relative personalità associate dai due esperti, così come riportate dal New York Daily News (fonte: lastampa)
– Gelato alla vaniglia: chi preferisce questo gusto è molto più probabile sia un tipo impulsivo, facilmente suggestionabile e un idealista.
– Gelato al cioccolato: chi predilige il gusto cioccolato è molto più probabile sia un tipo drammatico, vivace, affascinante, provocante, seducente ma anche credulone.
– Gelato ai frutti di bosco: la personalità di questo tipo è molto più probabile sia tollerante, devota e introversa.
– Gelato cioccolato alla menta: chi preferisce questo gusto è probabile sia una persona polemica, frugale e prudente.
– Gelato al cioccolato/biscotto: scegliendo questo gusto si è molto probabilmente dei tipi ambiziosi, competitivi e visionari.
– Gelato alla crema, vaniglia e praline: chi sceglie questo gusto è più probabile sia amorevole, solidale e preferisca evitare i riflettori.
– Gelato al caffè: chi sceglie il gusto caffè si ritiene sia un tipo scrupoloso, coscienzioso e un perfezionista morale.
– Gelato al cioccolato: è probabile si tratti di una persona generosa, competente e intraprendente.
– Sorbetto alla frutta: chi sceglie questo gusto è molto più probabile sia una persona analitica, decisa ma anche pessimista.
– Gelato al cioccolato e pezzetti di nocciole: chi si gusta questo gelato è molto più probabile possa essere un tipo aggressivo, accattivante ma anche un buon ascoltatore.
Dunque l’aspetto psicologico nel gustare un gelato è fondamentale. Permette di riassaporare momenti felici dell’infanzia, dell’adolescenza o dell’età adulta in cui ci si è dedicati questa dolce e fresca coccola d’amore. Permette di gustarsi le nuove emozioni del presente…insomma una coccola gelida che riscalda il cuore.
Ed ora, fermandoti a riflettere, a te cosa porta a scegliere un gusto piuttosto che un altro? Ti ritrovi in questo elenco? E poi, scegli il cono o la coppetta?
Al di là di questo elenco e dei relativi tratti di personalità stilati dai ricercatori, ritengo che la personalità sia altamente soggettiva e multi sfaccettata per cui non si può “etichettarla” in schemi ed elenchi rigidi…forse ritrovi parti di te nel gusto prediletto, forse no. Gustiamoci questa coccola senza troppa razionalità!